Tutti i miei romanzi sono catalogati nel sistema dell'OPAC, la Rete Bibliotecaria di Brescia e Cremona, e tutti sono destinati al prestito. Inoltre sono ordinabili, per l'acquisto, presso qualunque libreria in tutta Italia.
Sono già disponibili: a Brescia presso la libreria Feltrinelli, in Corso Zanardelli, 3; presso la Nuova Libreria Rinascita, in via della Posta, 7; presso la libreria Mondadori in Corso Palestro; presso la libreria Ferrata in Corso Martiri della Libertà; a Pozzuoli (in provincia di Napoli) presso la libreria Lanovecento, via Carmine n. 2 c/d; presso la Cartolibreria Moderna, corso Garibaldi, 26.
In più sono acquistabili in ogni libreria on-line (Ibs, Feltrinelli, Mondadori, ecc.) sia nella versione cartacea che come e-book (in questo formato digitale si possono richiedere solo presso il bookstore di Europa Edizioni)
Per qualunque informazione sui miei romanzi, per eventuali osservazioni, per ogni richiesta di intervento di presentazione e di analisi critica sono contattabile o con le modalià indicate nella pagina dei contatti o attraverso una delle due email che indico:
. Una rivoluzione quasi perfetta, pubblicato nel giugno 2017 da Giovane Holden Edizioni di Viareggio
Una rivoluzione è il mutamento radicale di un ordine statuale e sociale , nei suoi aspetti economici e politici ed è perfetta, quando raggiunge il suo obiettivo senza alcuna violenza e coerentemente con gli obiettivi prefigurati. Ma può realizzarsi senza alcuna forma di oppressione e sofferenza? A questa e ad altre domande cerca di dare una risposta il singolare protagonista del romanzo, che, volendo scrivere di Gesù per cogliere il suo messaggio di non violenza, si vede costretto ad una seria autocritica. Romanzo politico, ma anche visionario, dove gli elementi di sogno e di immaginazione si intrecciano con il marasma di una vita che sfugge a ogni possibile catalogazione.
. Una sana follia, pubblicato nell'aprile 2018 da Giovane Holden Edizioni di Viareggio
Accettare un nuovo cane non è una decisione facile per Riccardo. La scomparsa di Tess, la sua adorata Golden Retriever, è stata per lui un dolore
irriducibile. Ma il piccolo Teddy, dinamico cucciolo di Parson, sa subito imporsi al suo affetto e stravolgere la sua vita, non solo negli aspetti pratici, nelle abitudini e nelle relazioni, ma nella più ampia concezione del mondo.
L’amore
da cui Riccardo viene inopinatamente travolto sembra non trovare limiti e giunge presto ad assumere le sfumature della follia. Ma si tratta in realtà di una follia lucidissima. È infatti il sentimento pieno della libertà e della gioia
espressiva, che rifiuta ogni tipo di costrizione e di convenzione e che spinge a indagare incessantemente la verità. La medesima follia che il grande filosofo Erasmo da Rotterdam ha descritto come quella forza serena e vitale, capace di condurre l’uomo
nei più lieti luoghi di appagamento e di completezza.
Riccardo sceglie di percorrere al fianco del suo Teddy il cammino di ricerca spirituale che tale idea gli ispira, affrontando con caparbietà gli inevitabili scontri quotidiani contro
le morali ordinarie e perbeniste che, mal comprendendo la potente visione del mondo da cui si sente guidato, condannano le sue deviazioni dal più regolare senso comune.
Una sana follia è un romanzo ironico e filosofico, contraddittorio
e visionario che, con uno stile nitido e puntuale, si dischiude al lettore come una minuziosa indagine che il protagonista, in un percorso di formazione canina, rivolge su se stesso, sulle proprie convinzioni, su tutta la socialità che
lo riguarda, giungendo fino alle questioni più essenziali dell’esistenza.
. Padre e figlio. Le infinite sfumature dell'attesa, pubblicato nell'ottobre 2018 da Giovane Holden Edizioni di Viareggio
L’attesa ha moltissime sfumature di luce e di speranza. Quella di un padre sono infinite, non possono mai identificarsi in un solo colore, perché è la vita stessa che non lo permette. Il padre investe in un figlio, il padre vede nel figlio la sua immortalità, e si sbaglia. Perché quella immortalità non gli appartiene, per cui non resta che attendere, come avviene nella vita di ciascuno di noi. Le cose si complicano con l’azione del Tempo, questa variabile crudele, che sconquassa ogni possibile e immaginaria bellezza. Ogni cosa perde senso e non resta che l’immobilismo di un’illusione.
. Diario minimo di uno scrittore esordiente, pubblicato nell'ottobre 2018 da Giovane Holden Edizioni di Viareggio
Diario minimo di uno scrittore esordiente è un breve saggio sulla letteratura oggi e in particolare sulle problematiche relative alla scrittura e alla forma romanzo.Non è un testo accademico, tuttavia cerca di fare il punto della situazione in un periodo culturale molto disgregato e confuso, con piani di espressione linguistica che spesso si sovrappongono e tutto appare fluido e sfuma in lontananza ogni tradizione basata sui testi classici e su possibili canoni letterari.La struttura di questo singolare saggio non è quella formale della mera argomentazione attorno a delle tesi che si intendono sostenere. Già nel titolo appare chiara l’idea portata avanti: la letteratura non è qualcosa di artificioso, di tecnologico, ma è la vita stessa di chi si accinge a scrivere.E attorno a questo concetto si sviluppa il logos, la narrazione, che si presenta in due distinti momenti: il diario con note di riflessioni e il saggio vero e proprio, che però riprende molte considerazioni della prima parte.C’è un protagonista: non è il logos, non è l’argomentazione su che cosa vuol dire fare letteratura oggi, cosa vuol dire seguire la propria vena creativa con la narrazione e il romanzo, ma è il punto di vista di uno scrittore molto particolare, lo scrittore esordiente, lo scrittore che si cimenta nella composizione narrativa e si guarda attorno e cerca di capire o meglio si pone severe domande su come funziona la cosa.Ha come la sensazione che, considerato l’attuale contesto, resterà per sempre uno scrittore esordiente.Quindi il saggio, parlando di letteratura, in realtà viene a mettere il dito nelle piaghe oggi del mondo letterario creativo e di quello dell’editoria.Vengono fuori i grandi temi: qual è il rapporto tra letteratura e romanzo, tra qualità narrativa e mercato, tra concorsi letterari e riconoscimento del merito. Ma soprattutto un aspetto è centrale nella rappresentazione dei vari concetti trattati: bisogna credere in quello che si fa e che la passione creativa appartiene al singolo individuo, a prescindere dal consenso che si manifesta col successo delle copie vendute nel mercato cartaceo o digitale. È quindi la consapevolezza del proprio percorso letterario a dare fiducia e perseveranza in un’attività così sorprendente e coinvolgente.Il saggio si chiude con un omaggio a Pessoa, originale interprete della bellezza della letteratura.
. Il romanzo di Diotima, pubblicato nell'aprile 2019 da Giovane Holden Edizioni di Viareggio
Nelle pieghe della storia antica esiste un esiguo numero di figure tanto suggestive da essere idealmente ascritte non a una dimensione del tutto umana, ma a un contorno sfuggente che sta sul limite che separa dei e mortali, cronaca storica e letteratura filosofica. Diotima, la splendida sacerdotessa di Afrodite evocata da Platone nel suo Simposio, fa parte di queste.
Dalla natia polis di Mantinea, la giovane Diotima parte nel suo viaggio di iniziazione ai misteri della mantica. Intraprende un cammino tanto terreno quanto simbolico, di psicologia e di metafisica.
Diotima, giunta nell’Atene periclea, desidera soprattutto trasmettere la propria concezione filosofica, fondata sulla supremazia di Eros, demone inesauribile della ricerca del piacere, della bellezza e della conoscenza, filosofo ineguagliabile: attraverso i suoi insegnamenti l’individuo può trovare la via per annullare la distanza tra uomo e divinità, giungendo alla piena coscienza di sé e quindi alla libertà.
Fragile di voluttà e ardente di umanità, Diotima è una magnifica icona femminile di indipendenza e di insopprimibile aspirazione al vero. La sublime Saffo, poetessa di grandezza immortale, le fa spiritualmente da guida mentre ella partecipa, con il suo punto di vista rivoluzionario, a grandi eventi decisivi di tutta la cultura occidentale.
Romanzo affascinante, basato sulle fonti storiche e intrecciato nell’invenzione letteraria, dallo stile articolato, che si sviluppa su più piani di lettura e conquista il lettore con la dolcezza del lirismo poetico e la lucidità dell’indagine umanistica.
. Susanna e i vecchioni, pubblicato nel febbraio 2020 da Giovane Holden Edizioni di Viareggio
Susanna e i vecchioni è il titolo del primo dei sei racconti che costituiscono la raccolta di testi narrativi, che, seppure diversi per struttura e intreccio, risultano uniti da un sottile filo concettuale suggerito proprio dal racconto iniziale.
Questo legame si snoda attorno a due tematiche fondamentali: il rapporto tra sessualità e vecchiaia, da una parte, e tra sessualità e felicità individuale, dall’altra.
Ed è soprattutto l’aspirazione alla felicità individuale che spinge i protagonisti dei vari racconti nella ricerca di una sintesi vitale e di un equilibrio che non è facile trovare. Anzi spesso tale ricerca si concretizza in conflitti e scontri.
Attorno al tema della sessualità, poi, emergono i cosiddetti nuovi bisogni che si presentano come nuovi diritti all’interno di una società che dichiara di voler superare restrizioni, emarginazioni, esclusioni, mortificazione dei sensi.
D’altra parte, però, proprio a fronte dei diritti proclamati, riemergono paure, cadute, regressioni.
Alla fine sembra che non ci sia soluzione, se non in una comprensione dell’altro, dei suoi punti di vista, dei suoi particolari bisogni.
In un mondo abituato a cogliere il contrasto netto tra opposti e non le diverse sfumature della realtà i racconti si collocano in una prospettiva apparentemente confusa, a volte fuorviante, ma finalizzata a rappresentare letterariamente il magma incandescente di una vita che non può essere racchiusa in schemi e pregiudizi.
Per questo la materia trattata può talvolta risultare provocatoria o scandalosa, ma è sempre mediata da un intreccio narrativo, che la rende, sul piano letterario, particolarmente interessante e coinvolgente.
. Modelle per Egon Schiele, pubblicato nell'ottobre 2020 da Giovane Holden Edizioni di Viareggio
Egon Schiele (1890 – 1918) è stato un pittore prolifico. Si contano migliaia di disegni acquarelli tele. Pur con una vita breve si è espresso in maniera esuberante e originale. Sono dominanti le rappresentazioni isolate di figure femminili colte in diversi atteggiamenti spesso nude o con succinti abbigliamenti. Sono pose provocatorie o volutamente disorientanti. Lo sguardo di queste figure è diretto quasi come sfida verso l’osservatore.
Per i suoi disegni Schiele si è avvalso come modelle di figure femminili, che lui in qualche modo coinvolgeva o per rapporti familiari e sentimentali, o per disponibilità a pagamento in quanto prostitute. Ecco allora che compaiono tra le sue rappresentazioni oltre alle anonime prostitute, la sorella Gerti, l’amante Wally Nauzil, la cognata Adele, la moglie Edith.
Subito le sue opere provocarono scandalo e reazioni perbeniste nell’Austria di inizio novecento. Fu accusato di pornografia e subì un processo dopo aver vissuto ventiquattro giorni in carcere.
Ed è su questo aspetto che si sofferma il romanzo Modelle per Egon Schiele.
Si può parlare effettivamente di pornografia a proposito di Egon Schiele? Oppure bisogna andare oltre l’apparenza e leggere il profondo disagio che i suoi personaggi esprimono? Il senso comune, nonostante gli studi di Freud sulla libido, pone l’accento sull’immoralità delle pose dei ritratti e perde di vista il messaggio di straordinaria modernità che l’arte di Schiele esprime.
La narrazione della vita di Schiele e del suo rapporto con l’arte e le donne s’intreccia con quella relativa alla stesura del romanzo.
Corrado, scrittore poco affermato, intende scrivere di Schiele, perché sente il pittore molto vicino alle sue tematiche letterarie, ma ha bisogno della supervisione di un’esperta, che identifica in una sua vecchia fiamma, Aurora, che raggiunge a Milano.
L’aiuto in realtà risulta alla fine poco efficace, anche perché lo scrittore non riesce a tenere separate le due vite, la sua e quella di Schiele.
La conclusione del libro è sorprendente e inaspettata.
Lettere da Trieste 1937 - 1940, pubblicato nel febbraio 2014 da Europa Edizioni di Roma
Romanzo epistolare, nato da lettere scritte e inviate realmente dal carabiniere alla sua fidanzata. È una storia particolare, perché si sviluppa soprattutto in una relazione basata sul rapporto epistolare, abbraccia gli anni immediatamente precedenti allo scoppio della seconda guerra mondiale, dal 1937 al 1940.
Dei semidei comuni mortali, pubblicato nel 2014 da Caosfera Edizioni di Vicenza
Il testo intende delineare un processo storico della scuola che fa intravedere, attraverso le varie forme in cui si esprime, un filo rosso che lega la scuola ad una grande idea di Utopia, intesa come profonda aspirazione ad un mondo migliore da prefigurare nell’educazione delle giovani generazioni.
“Tess, amica mia”, pubblicato nel gennaio 2015 da Europa Edizioni di Roma
È un saggio fondamentalmente sulla vita umana e animale, un piccolo trattato filosofico sul senso della vita e sulla fede. Parte dall’amicizia tra gli esseri viventi, ma si sofferma sulla condizione di vita, che è una condizione di necessità, in quanto imprigionata nelle ferree leggi della scienza e della natura.
Cercando l’antica madre, pubblicato nell’aprile 2015 da Europa Edizioni di Roma
Attraverso una cornice narrativa fantastica, che segue lo sviluppo della sofferenza creativa di Virgilio alle prese con il potere politico per il suo progetto epico, il romanzo narra la vicenda di una coppia di sposi a partire dai tragici giorni del bombardamento di Trieste nel 1944 fino ai giorni nostri.
Manoscritti scandalosi, pubblicato nell’aprile 2016 da Europa Edizioni di Roma
Per decenni dimenticati chiusi in un cassetto e inopinatamente ritrovati, gli scritti giovanili sono materia incandescente, sorprendente per il loro stesso autore. In essi c'è quella sensazione di avere a che fare con qualcosa di pericoloso, di proibito: Manoscritti scandalosi, appunto, un archivio della propria adolescenza, di un sé che si stenta a riconoscere, e che riporta in vita un mondo intero, insaporito dai decenni e dall'odore di chiuso.
Vite parallele, pubblicato nell’agosto 2016 da Europa Edizioni di Roma
È possibile vivere nello stesso tempo più vite senza che tra loro ci sia alcuna interferenza? Fatta una scelta tra le tante che si presentano nella vita, quelle escluse sono definitivamente perse o è possibile un loro recupero? È ciò che si chiede ossessivamente Paolo, il protagonista di questo romanzo, che oscilla tra presente e passato per la definizione di un futuro, che appare sempre più incontrollabile.
Hay dos formas de soledad: la no deseada y la soledad por elección. En mi novela Un lugar en el caos(ExLibric, 2024) el enfrentamiento entre el analista y el paciente, este último, en un exceso de polémica, hablando de la vejez, representa en manera rotunda que es propio en este periodo de la vida que aparece una soledad no deseada muy grave: “¿Dónde están los nietos a medida que crecen y los abuelos se ponen más viejos? La realidad es que los jóvenes evitan la vejez. Los viejos son feos de ver y resulta engorroso frecuentarlos. Los viejos tienen manías, obsesiones, siempre tienen que decir algo, y nunca ese algo es bueno. Por tanto, mejor evitarlos” (pág. 114).
La soledad no deseada es antes de todo aislamiento físico. Estás a solas, sin ver por largos días a alguien, sin intercambiarse con un amigo palabras aun sencillas. La soledad no deseada se nutre también con un sentimiento de exclusión y marginación. En el enfrentamiento analítico el paciente así describe un lugar que aparentemente quiere luchar contra la soledad de los ancianos: “La residencia de ancianos es un campo de concentración de decrepitud, de sufrimiento, de debilidad física y mental” (pág.112). La soledad no deseada comparece también en la vida de la pareja. Parece imposible que en la pareja hay la soledad, considerado que tiene una vida diaria junta. Todavía es propio así. Son dos mundos los de la pareja que a menudo se encuentran con muchas dificultades. También en la novela El perro viaja conmigo(ExLibric, 2024) este asunto de la soledad en la pareja está tratado. “Cruzar los deseos sexuales no es posible porque los mundos de sueños y fantasías eróticas de cada uno son impenetrables, puede que ni nosotros mismos conozcamos cuáles son. Por eso el logro del placer en el acto sexual es individual y cada amante queda solo consigo mismo” (pág. 64). Pero aún más preocupante es la soledad cuando la pareja envejece. La vida se pone como forzosa y los sentimientos más insoportables sustituyen los de amor y atracción sexual. Esta condición de sufrimiento es así descrita en la novela Un lugar en el caos, a página 118: “De la indiferencia a la insoportable presencia del otro, que muchas veces se transforma en aversión, cuando no en odio. La pareja así es un lugar de soledad, en vez de ser compañía y amistad.”
La soledad no deseada no es sólo un problema individual, privado, que concierne la vida de cada uno de nosotros en unos momentos de nuestra vida. Se trata de un verdadero desafío social, al que el Estado y las instituciones públicas tienen la responsabilidad de dar respuesta. La pérdida del empleo, la migración son condiciones que determinan sentimientos de malestar, que impactan en la salud mental y que provocan fuertes percepciones de aislamiento. Es la soledad de los que vemos como envueltos en una burbuja aislante y que viven por las calles, durmiendo en lugares improvisados como estaciones de tren o paradas de autobús.
En El perro viaja conmigo examino la condición de estos marginados después de encontrarme con un hombre de edad madura que daba vueltas con un perro a lo largo de senderos de Charco del Palo a Lanzarote. “De repente habría querido apartarme, pero luego pensé que no era correcto ignorar a un ser humano, como hoy ocurre con todos los marginados que no tienen voz ni palabras, ignorados, hasta que estallan. A menudo son trastornados, guardan silencio en su burbuja de invisibilidad. Se cubren la cabeza con una capucha hasta los ojos. Rebuscan furtivamente en los contenedores de basura, indigentes avergonzados con su carrito de la compra buscando comida. Los llamarías náufragos invisibles, fantasmas que habitan puentes, paradas y estaciones del metro, sin que los vemos” (pág. 97/98).
Sin embargo existe una soledad deseada, que es fruto de una elección personal. En este caso, la soledad está acompañada de unas sensaciones de plenitud interior, bienestar y satisfacción emocional. Yo personalmente vivo esta soledad por mi creación literaria. Es una condición básica que me trae mucha felicidad. Escribo a página 127 de la novela El perro viaja conmigo: “Para mí, lo sabes, el sitio de Charco del Palo es lugar de felicidad de cada día con el paseo al amanecer y con imaginación narrativa. Cuando estoy allí mi cerebro va muy rápido y empiezan a vivir personajes e historias de pasión, todos los sentidos humanos se agitan y yo vivo otras vidas, otros amores, otros sexos.”
La soledad deseada es también una opción para afrontar condiciones psicológicas de particular relevancia como son los sentimientos de amor o el ahondamiento psíquico de la propia vida. Ejemplar con respecto a eso la condición de soledad querida del poeta italiano Francisco Petrarca del siglo XIV. En su poesía Solo y pensativo él declara que busca la soledad para ocultar su intenso amor por Laura. Esta soledad pero no es bastante porque su amor se transluce y, aun pasea por lugares aislados, montes, calles y ríos, incluso toda la naturaleza, saben de su amor y de su atormentada pasión por una mujer por la que se vuelve loco.
La soledad deseada quiere alimentar la satisfacción interior con la costumbre de una verdadera autonarración. Estar a solas es buscar un lugar adecuado para una conversación íntima con uno mismo. “Me levanto de la cama muy temprano al amanecer y, guardando profundo silencio, me voy a la cocina para calentar la cafetera, preparada la noche anterior, y disfrutar la espera de escuchar el soplo de agua vertiendo café en la caldera de la cafetera. Vierto la bebida caliente en una taza grande y me la llevo al aire libre, no sé, al balcón, la terraza o el jardín, donde me espera una cómoda tumbona. Me coloco allí y me tomo en absoluta tranquilidad esa taza de sabroso café, que obviamente anticipa el que le llevaré a mi esposa más tarde. Considero este primer café un privilegio porque estoy verdaderamente a solas conmigo mismo durante un tiempo libre para excelentes sensaciones. Mis pensamientos malos o buenos van libres y mi psique se vuelve loca” (Un lugar en el caos, pág. 131).
En resumen, podemos prescindir de todo excepto de contar historias, porque estamos hechos así, con un cerebro que es narrativo y a las neuronas les encanta contar historias.