Il romanzo apre con Gesù che sta meditando sul discorso che dovrà tenere ad una folla immensa accorsa per sentirlo e vederlo. Si temono atti di violenza e ribellione. C'è una legione romana schierata per l'ordine pubblico. Gesù intende attribuire alle sue parole il significato di un vero e proprio discorso programmatico al suo messaggio di salvezza: solo con la non violenza e l'amore si può costruire un futuro di giustizia e di pace.
Questo antefatto introduce il racconto vero e proprio, che descrive il dramma interiore e relazionale di un uomo, Paolo S., alle prese con il suo passato di ideologie rivoluzionarie non violente. Il singolare protagonista infatti vorrebbe scrivere un romanzo su Gesù, ma non ne viene a capo.
Ripercorre il suo passato, lo raffronta col presente, ma non trova soluzione mentre la sua vita ha una forte accelerazione per la morte del suo cane Argo, a cui si era particolarmente legato e con cui s'intratteneva a lungo con dialoghi e frequenti passeggiate.
Quando tutto sembra precipitare senza che ci sia una risposta ai suoi dubbi, il ritorno dell'interesse politico lo porta a guardare un futuro, che, sebbene ormai non può più essere letto con le sue vecchie categorie, appare del tutto simile al passato senza che si sia risolto il tema della violenza. L'epilogo del processo a Gesù davanti a Pilato sembra confermare questa supremazia di odio e disprezzo di un potere che teme proprio una rivoluzione basata sulla non violenza e sull'amore.