Da quel letargo piacevole e pigro si riusciva a distogliere la nostra cagnolina solo se le si proponevano gradite passeggiate lungo le ampie distese di spiaggia o attraverso boschi e ricche macchie mediterranee per raggiungere spiagge isolate. Per Tess era una gioia soprattutto quando la folla di bagnanti diminuiva e noi la lasciavamo libera. Era un continuo entrare ed uscire dal mare. Il suo era un gusto che io stesso apprezzavo, godendo tuffarmi in acque marine diverse ora per le sfumature della luce di fondali sabbiosi più trasparenti ora per gli andirivieni di rocce calcaree.
Quando il paesaggio umano diventava più diradato e uomini e donne si offrivano al sole e al mare in totale nudità per una sensazione di assoluta libertà del corpo, Tess, che viveva in costante piacere la sua sensazione di fisicità o rotolandosi nella sabbia o gettandosi su polverosi campi aridi nella boscaglia ombrosa, diventava ancora più ardita nel correre, nel lanciarsi in salti e capriole, nel chiedere il lancio di palline o frisbee. E allora anch’io mi liberavo dell’ultima difesa della convenzione umana e nella mia completa libertà corporea mi lasciavo andare alle piacevoli sensazioni di pelle bagnata dalla salsedine e poi esposta ai caldi raggi del sole.