Diario minimo di uno scrittore esordiente è diviso in due parti: nella prima ci sono le annotazioni di un autore inesperto esordiente che si apre ad un momdo complesso, selvaggio, incontrollabile, quello dell'editoria, ma nello stesso tempo si sofferma su aspetti importanti dello scrivere e del fare letteratura.

La seconda parte  invece si propone come profonda riflessione su che cosa è oggi la letteratura. 

Il libro si chiude con l'elogio dell'inquietudine e con un intimo colloquio con il pensiero del grande Pessoa. 

 

 

"Non c'è particella individuale che non appartenga al cosmo palpitante di un universo totale"

 

 

 

 Essere sognatore, piegarsi nei meandri dell’animo umano, interessarsi alla coscienza delle sensazioni prima ancora che alle sensazioni stesse: è questa intensità di consapevolezza a suggerirmi parole e frasi. Sono i frammenti, le particelle delle sensazioni, a coinvolgermi, nell’esacerbata percezione dei particolari di una natura che vive in ogni suo più remoto angolo. Sarà la caduta di una foglia secca, sarà la voce nascosta da un muro che mi giunge all’improvviso, sarà la lenta lumaca con la sua scia biancastra sulla polvere, che toccheranno le più intime corde del mio cuore e mi parleranno di un mondo lontano e nostalgico, perso o calpestato. 

La mia prosa è questa: sarà così che si costruisce un successo? “Il successo sta nell’avere successo e non nell’avere i requisiti per il successo. Qualsiasi vasta terra possiede le prerogative del palazzo, ma dove sarà il palazzo se lì non è stato fatto?” (Pessoa,103)

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