Diario minimo…può considerarsi un vero e proprio manuale, una guida mentale e psicologica, ma anche decisamente tecnica e strumentale per aspiranti scrittori, per coloro che, volendo pubblicare un loro primo testo, assumono la dicitura “esordienti”.
E proprio perché questa definizione resta in molti casi indelebile, quasi un marchio, il testo intende apportare qualche chiarimento su un mondo che ai neofiti risulta veramente incomprensibile.
Innanzitutto dibattendo qual è il rapporto tra scrittura e letteratura. E soprattutto cosa succede se uno scrittore esordiente decida di non seguire mode e mercato, editoria di successo e concorsi nazionali.
Fare un’autoanalisi della propria vena narrativa, ricercare i motivi che sono alla base di progetti letterari e rappresentarli con le motivazioni immediate e sincere, diventa istruttivo e di grande aiuto per chi inizia a misurarsi con il proprio io creativo.
Il testo quindi si offre come manifesto programmatico per chi resterà ai margini della grande editoria. Essere autori minori non vuol dire però essere poco significativi, anzi.
Il più acuto interprete del sentimento di marginalità è stato un grande della letteratura mondiale: il portoghese Fernando Pessoa, il cui pensiero rivive nell’ultima parte del Diario minimo…
Con Diario minimo di uno scrittore esordiente, Gaetano Cinque smette momentaneamente i panni di narratore per soffermarsi,
con un’analisi puntuale, accurata e comunque stilisticamente intrigante, sulle questioni più generali che concernono l’attività letteraria nel contemporaneo.
Nella
prima parte, sono riuniti gli appunti che l’autore ha raccolto in approssimativamente tre anni e mezzo di intense riflessioni su molti differenti aspetti della letteratura, sia considerandola in un senso ampio e universale, sia prendendola in esame dal
punto di vista di una sua consolidata esperienza personale da appassionato fruitore e preparato interprete di essa. Nella seconda parte, il ragionamento si fa ancora più comprensivo, assumendo la forma di saggio: la trattazione ripercorre con minuziosità
tutta la produzione letteraria dell’autore, testimoniando i passi di un processo creativo originale, emozionalmente impetuoso e incapace di fare sconti alla sincerità delle esigenze espressive. In un continuo raffronto anche con altre concezioni
dell’attività di scrittura, nonché con gli autori preferiti, non ci si sottrae a nessuna delle questioni più complesse.Con proprietà ed emozione, la letteratura viene descritta come capace di aprire meglio di ogni altra arte
la possibilità di vivere, ancora più che raccontare, infinite storie, dando a chi ha la costanza e il coraggio di coltivarne la pratica il privilegio di una libertà assoluta e completa.
ChatGPT explica el adjetivo desconocido
en el título de la obra
Tiresias, el profeta desconocido
En la novela Tiresias, el profeta desconocido, el adjetivo “desconocido” tiene un valor simbólico profundo y no si limita a una simple falta de fama o información.
Son múltiples los sentidos de “desconocido”:
1. Desconocido para los hombres
Aunque Tiresias es un sabio con el don de la profecía, sus advertencias no son escuchadas. Es un “desconocido” porque su sabiduría no es comprendida ni valorada por quienes lo rodean.
2. Desconocido como símbolo del enigma humano
Tiresias encarna lo ambiguo, lo no definible: fue hombre y mujer, ve más allá del tiempo, está entre lo humano y lo divino. Es, en sí mismo, una figura misteriosa. El adjetivo “desconocido” podría aludir a esa parte oculta o incomprensible de la experiencia humana.
3. Desconocido como voz interior silenciada
Puede representar también la intuición o verdad interna que el ser humano no quiere o no puede escuchar, por miedo o por orgullo. En ese sentido, “Tiresias” podría ser una metáfora de lo que cada uno de nosotros rechaza ver en sí mismo.
4. Desconocido en la historia y la literatura
Aunque aparece en la Odisea, Edipo rey y otras obras, nunca ha sido el protagonista. Cinque le da aquí un papel central, reivindicando una voz “olvidada” o silenciada por la historia literaria.
En resumen
El adjetivo “desconocido” en el título es clave. No solo describe a un personaje marginalizado, sino que también invita al lector a descubrir lo oculto, lo ambiguo y lo esencialmente humano que representa Tiresias.
Es un título que sugiere que, a veces, los que más saben son los menos escuchados.
4 de junio de 2025