IL ROMANZO DI DIOTIMA
Il destino di Diotima appare segnato ancora prima della nascita: deve riscattare la condizione di subalternità al mondo maschile della donna e testimoniare la più grande rivoluzione culturale di tutti i tempi, basata sulla potenza dell’eros, inteso come forza propulsiva per un’umanità finalmente liberata dalla cieca schiavitù dell’ignoranza e della superstizione religiosa. E tale destino viene programmato non da una divinità dell’Olimpo, ma da suo padre, un contadino e pastore peloponnesiaco di Mantinea, della Grecia di inizio V secolo a. C.
Il padre di Diotima è un uomo fuori dal comune per quei tempi. È disperato, perché il suo seme genitale continua a caratterizzare la nascita di maschi, mentre il suo progetto è subordinato alla procreazione di una figlia femmina, perché lui crede nel potere delle donne, e nella loro superiore qualità umana. E, poiché è un incantato lettore dei versi di Saffo e un estimatore della sua vita, vuole fare della poetessa di Lesbo il modello educativo della figlia, che desidera ardentemente che nasca.
Dopo una lunga sequenza di parti maschili della moglie, sottoposta ad uno stress erotico-riproduttivo insopportabile, finalmente arriva l’agognata femmina, a cui dà il nome di Diotima, perché, dice, sarà onorata da Zeus.
Ed ha così inizio il romanzo di Diotima.
È Diotima stessa che, giunta negli anni pesanti della vecchiezza, vuole ripercorrere attraverso la scrittura tutta la sua vita, ora che, dopo una sofferta fuga per un esilio volontario, ha lasciato Atene e soggiorna in un’isola di forte richiamo nostalgico, Lesbo, l’isola di Saffo, che lei ha imparato ad amare fin dall’adolescenza, quando il padre le leggeva i suoi sorprendenti versi.
Fornita di pelli di capra essiccate, in quantità notevole, Diotima si piega sulle pagine della memoria e si lascia andare ad un racconto, che è la dimensione presente delle forti emozioni, che ancora la scuotono: il passato torna e i personaggi di un’epoca travolgente, per grandi idealità e lotte politiche, rivivono nell’ispirazione letteraria, che per lei è nuova vita e nuova linfa. Per questo Diotima non scrive pagine di memoria, non cerca consolazione nell’esercizio narrativo, ma crea, come un moderno narratore, un romanzo di una vita vissuta e immaginata: appunto il romanzo di Diotima.
Di Diotima, personaggio storico, si ha solo la testimonianza di Platone, che ne parla nel suo dialogo il Simposio. Viene citata nel testo da uno dei personaggi, Socrate, chiamato a chiudere il discorso su eros. Socrate la definisce sua maestra ed esperta nelle cose d’amore. La presenta come sacerdotessa e profetessa e dice che è riuscita, grazie a sacrifici e preghiere che lei ha fatto fare dagli Ateniesi agli dei, a differire la peste ad Atene, di circa dieci anni.
Di altro non sappiamo nulla.
Vedi:
LA COPERTINA DEL ROMANZO
Clicca sotto:
Copertina_Il_romanzo_di_Diotima