2. mar, 2017
<<Credo che si scrivano romanzi con la totalità umana, con ciò che si sa, con ciò che si conosce, con la ragione, con l'intelligenza, ma anche con quei fondi oscuri della personalità di cui siamo vagamente coscienti, che teniamo nascosti in qualche recesso della mente e che, nel momento in cui si crea una storia, riemergono all'improvviso e affiorano in superficie. Probabilmente è questo l'aspetto più sorprendente, più misterioso e anche più esaltante della creazione di un romanzo: scoprire che nel fondo di noi stessi ci sono come dei portelli che si aprono, strani fantasmi, demoni, a volte perfino elementi che ci provocano fastidio e rifiuto, i quali, quasi attratti dalla forza creativa, entrano nella storia e danno vita a fenomeni , le imprimono una certa direzione , alterano la personalità dei personaggi e, a volte, trasformano profondamente lo schema narrativo[...]. Quando scrivo fiction...aspetto con impazienza quel fenomeno che ho sperimentato fin da quando ho scritto i miei primi racconti: vedere che all'improvviso in ciò che scrivo appaiono cose inusitate, cose che provengono da qualche luogo oscuro e nascosto della mia stessa personalità, e dalle quali molte volte sgorga un'esperienza vissuta che dà maggiore ricchezza alla storia che sto raccontando.>>
(Mario Vargas Llosa in Claudio Magris e Mario Vargas Llosa: La letteratura è la mia vendetta, Mondadori 2012)